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lunedì 20 febbraio 2012

Accettare "ciò che è"

Si creano, a volte, situazioni che provocano una forte risposta emotiva, ad esempio, quando le cose non vanno come avevamo previsto o il nostro ego, la nostra immagine si sente minacciata.
In questi casi tendiamo a diventare quella emozione.
Identificarsi con l'emozione, con la mente, la rafforza, mentre osservare quello che sta accadendo, le toglie  energia e porta alla presenza.
Possiamo provare a fare una distinzione tra problema e situazione di vita da affrontare.
Il problema fa riferimento al tempo psicologico, a ciò che è avvenuto prima, al senso di inadeguatezza o di colpa, e a ciò che dovrebbe avvenire nel futuro, alle aspettative. Tendiamo ad identificarci con il problema, anzi succede che  i problemi e la sofferenza che ne deriva, definiscano la identità della persona e sia difficile separarsene.
Identificando la situazione di vita, percepiamo con più chiarezza che si tratta qualcosa di esterno che può essere osservato e affrontato.
La soluzione sta probabilmente nel situarsi proprio al centro tra passato e futuro, in quella presenza che consente ad ogni cosa di essere così com'è (ma che è così anche se non vorremmo!), dentro e fuori di noi.
Il presente è il luogo in cui osservare, prendersi tempo, accettare la situazione finchè non cambierà o possa essere affrontata.
In una circostanza di vera emergenza, la mente si ferma, si diventa completamente presenti, e prende il sopravvento qualcosa di molto più efficace. E' ciò che succede alle persone che fanno attività o sport estremi,  in cui si cerca una sapienza profonda e istintiva che muove il corpo, più veloce dei ragionamenti della mente.
Così quando abbiamo una situazione da affrontare adesso, l'azione sarà più chiara e efficace se nasce dalla consapevolezza del presente, che siamo qui e questo è.
La risposta potrà essere più incisiva se cerchiamo di fermare i troppi ragionamenti; è meglio attendere la soluzione nella calma, nell'osservazione senza giudizio di ciò che è, nell'intuito che in questo modo viene attivato.


Bibliografia: E. Tolle. J. Kabat-Zinn

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