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mercoledì 8 febbraio 2012

Pregare per chiedere

"La preghiera non è un ozioso passatempo per vecchie signore. Propriamente compresa e applicata, è lo strumento d'azione più potente". Così diceva Gandhi.
 In generale, nella società in cui viviamo, abbiamo perso l'abitudine di rivolgerci a qualche entità sacra per chiedere aiuto per noi stessi o per altri, per farci guidare, o se lo facciamo, è per lo più una forma di superstizione e di sfogo, non ci crediamo veramente.
Man mano che si ridiventa consapevoli che possano esistere dimensioni diverse da quella fisica, recuperiamo il senso del chiedere, della preghiera personale.
Gesù diceva "Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Tutti coloro che cercano, troveranno. A tutti coloro che bussano verrà aperto."
Nel Vangelo di Matteo si dice che “se la tua fede è forte, puoi muovere una montagna”.
Thich Nhat. Hanh ci spiega che il Buddha ha insegnato che tutto è impermanente e che quindi tutto può cambiare, che ogni cosa segue la legge di causa ed effetto, perciò se si crea una nuova energia, quale quella della preghiera, si può dare inizio ad un nuovo stadio di vita. Che la stretta interconnessione tra creatore e creato fa sì che quella che si può chiamare “volontà di Dio” sia collegata alla nostra volontà e ci permette di modificare le azioni passate.
 T.N.H.  ci dice anche che possiamo renderci conto che siamo fatti della stessa sostanza di amore, consapevolezza e comprensione di tutti i grandi esseri. Che Dio e noi siamo della stessa sostanza.
Che quando il nostro cuore è pieno d’amore, generiamo più amore, pace e gioia nel mondo.
Che non basta però pregare con la bocca e con i pensieri, ma lo dobbiamo fare con il corpo, con la parola, con la mente e con la vita di tutti i giorni. E nel momento presente.

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