Meditazione è una parola che spesso associamo a qualche tipo di irraggiungibile esperienza estatica e mistica orientale, mentre si tratta, nelle forme più semplici, di una pratica alla portata di tutti e che si può esercitare in qualunque momento della giornata.
Intanto, per la mia mente occidentale, che ha bisogno di dati sperimentali, è importante rilevare che sono stati eseguiti numerosi studi pubblicati su autorevoli riviste scientifiche, i quali hanno dimostrato che la meditazione ha un'influenza molto positiva sulle condizioni di vita di chi la pratica regolarmente: i sintomi della depressione si attenuano, il sistema immunitario si rinforza, si abbassano i livelli di rabbia, ansia e di affaticamento da stress.
Allora, per capire cosa sia la meditazione, iniziamo dalla constatazione che tutti i giorni abbiamo sempre qualcosa di urgente da fare, ma raramente invece riusciamo ad essere in contatto con "colui che agisce", con la sfera della consapevolezza del Sè.
La meditazione è proprio questo: una pratica che arresta la corrente del fare per entrare in uno spazio di non-fare, per approfondire attenzione e consapevolezza, per essere presenti e ascoltare sè stessi; in questo modo si creerà una pace interiore e una chiarezza che poi si riverserà in tutto ciò che facciamo.
Non è indispensabile dedicare molto tempo a questa pratica, specialmente alla meditazione formale, perchè vi sono molti modi per praticare la consapevolezza durante tutta la giornata.
E' utile però riuscire a ritagliarsi un piccolo spazio di tempo da dedicare proprio al non-fare; bastano anche 10/15 minuti. La mia maestra Carla dice che sono 10 minuti che possono cambiare la vita, ed io penso che abbia assolutamente ragione.
La base della pratica della meditazione è la meditazione seduta.
Ci si siede in un luogo tranquillo, a terra a gambe incrociate o su una sedia, con la schiena diritta allineata a capo e collo, le spalle rilassate, gli occhi chiusi o socchiusi, il dorso della mano destra appoggiata sul palmo della sinistra. La posizione aiuta a coltivare un atteggiamento interno di dignità, pazienza e auto-accettazione.
Dopo aver scelto la posizione, si porta l'attenzione al respiro, che è la corda alla quale ci teniamo per restare presenti.
Dopo qualche minuto è possibile che si cominci a diventare un po' irrequieti, viene voglia di fare qualcosa. A questo punto diventa importante l'osservazione. Se la mente è irrequieta, anche il corpo diventa irrequieto.
Ci limitiamo ad osservare l'impulso a ad alzarci o cercare qualcosa da fare, o dei pensieri che inevitabilmente si presentano,e torniamo alla percezione del respiro che entra e che esce. Ogni volta che ci distraiamo, lo notiamo e riaccompagnamo con gentilezza l'attenzione al movimento del respiro.
In questo modo la mente si allena ad essere più stabile e meno reattiva e si dà valore ad ogni istante. Si coltiva così la capacità di concentrazione e si pratica la pazienza e il non-giudizio.
In fondo è tutto qui, ma c'è ancora molto da dire e sicuramente ne parlerò in qualche altro post. Intanto, buona meditazione a tutti!
bibliografia: J Kabat-Zinn, Carla Perotti
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