Quest'anno, le serate del lunedì da Carla saranno dedicate allo studio della Bhagavad Gita; Giacomo Bonaveglio, con il supporto delle lezioni in video di Jaya Row, ci farà conoscere questo testo che Carla da tempo si raccomandava di leggere e studiare.
E' un testo considerato molto importante; ho pensato che potesse essere utile condividere i miei appunti e approfondimenti con chi capiterà su questo blog.
La Bhagavad Gita è un testo le cui origini si fanno
risalire al III secolo avanti Cristo.
I protagonisti dei 700 versi che compongono il poema,
sono il guerriero Arjuna e l’avatar- cioè un uomo inviato direttamente dalla
divinità- Krishna. L’episodio si inserisce nella complessa vicenda del
Mahabarata, il vastissimo testo sacro degli indù che contiene gran parte del
patrimonio mitologico indiano, dove la Gita si trova al centro, “ come la
collana e il suo pendente”. Bello il film di Peter Brook dell’89, in cui
Vittorio Mezzogiorno interpreta Arjuna.
Arjuna fa parte dei nobili Pandava, figli del re Pandu,
che pretendono il diritto al trono e devono combattere contro i malvagi cugini
Kaurava, che ugualmente pretendono il regno.
Arjuna si trova a dover lottare e
uccidere i propri parenti e amici che fanno parte della fazione opposta e, di
fronte a questa prospettiva, si lascia prendere dallo sconforto e si rifiuta di
combattere. Si affida ai consigli dell’amico Krishna che lo guida nel prendere
le giuste decisioni.
Vengono narrati fatti avvenuti più di 5000 anni fa. Ma
allora perché studiare oggi la Gita?
Perché viene considerato un manuale pratico e universale
di vita che può aiutare ad utilizzare
meglio il nostro potenziale, ottenere maggiori energie e trovare l’ispirazione
che è dentro di noi. Il contenuto è sempre attuale e può essere considerato
come una vera e propria scienza; è valido per chiunque, a qualsiasi parte del
mondo si appartenga.
Dalle mille vicende narrate nel Mahabarata, il vero
protagonista può essere considerato il
Destino, la catena continua di causa ed effetto, le azioni e le loro conseguenze. Per evitare le guerre, il
dolore, la sofferenza, è necessario imparare ad accettare le conseguenze degli
atti già compiuti, e acquisire la conoscenza necessaria a combattere le
tendenze negative dovute alle azioni della mente cieca (Kaurava) e risvegliare la
forza dell’Anima, della Facoltà discriminativa (Pandava).
Si fa riferimento alla visione Vedica, in cui l’uomo è costituito da:
1 - Spirito
– Atman, ciò che dà la vita
2 - Intelletto – discernimento
3 - Mente emozionale
4
- Corpo
Tutti e quattro i livelli sono collegati. Lo spirito dà
il senso, dà la bellezza; l’intelletto funziona finchè non entrano in gioco le
emozioni. La mente cerca il piacere immediato, l’intelletto il piacere
differito. L’emozione, l’ansia non permettono di rendere al meglio (esami, gare, ecc).
La
Gita ci aiuta a rafforzare l’intelletto rispetto alle emozioni, ci porta alla
conoscenza di noi stessi senza rinunciare alla vita di tutti i giorni, al
risveglio di ciò che vi è di più profondo in tutti noi.
Fonti: Video di Jaya Row, incontri con Giacomo Bonaveglio
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