Qualche appunto di una lettura in cui Thick Nhat Hanh ricorda e spiega
alcuni insegnamenti del Buddha che aiutano ad alleviare la
sofferenza.
Ci dice che
è molto importante che con la consapevolezza ci prendiamo cura delle nostre sensazioni, oltre che del
nostro corpo.
Intanto
dobbiamo saper riconoscere se la sensazione che proviamo sia “nutriente o
risanatrice” oppure no. Dobbiamo riconoscere la sensazione e la sua natura, e
osservarla.
Se è una
sensazione piacevole non dobbiamo attaccarci ad essa, se è spiacevole non dobbiamo
respingerla.
Per farci
capire meglio, usa una bella metafora. Ci dice che la consapevolezza deve
essere come una madre che si occupa del proprio bambino. Se piange, all’inizio
non sa perché, ma lo prende in braccio, lo culla, e questo porterà il bambino a
calmarsi. Intanto lo osserva per capire il motivo del pianto.
La
sofferenza può avere radici nel corpo o nelle percezioni; accogliendo e
osservando a fondo le nostre sensazioni dolorose, possiamo scoprirne le radici.
Anche nelle
relazioni è importante ascoltare a fondo la sofferenza dell’altro, che a volte
si esprime in rabbia e violenza.
Il maestro
Thay sostiene che spesso causa della sofferenza è ciò di cui ci nutriamo, ciò
che consumiamo.
Ciò che
mangiamo è sovente all’origine di molte malattie. Sarebbe utile quindi, prima
di mangiare, verificare se si tratta di un cibo che può causare sofferenza a
noi o alla collettività.
Altra fonte
di nutrimento sono le impressioni sensoriali. Consumiamo anche quando leggiamo,
guardiamo un film, ascoltiamo la musica e abbiamo una conversazione. Queste
possono tutte essere fonti di consumo “tossico” che possono generare energie
negative che portano sofferenze.
Un’altra
fonte ancora è, secondo TNH, l’esercizio della volontà, il desiderio
profondo della vita. Se è quello di aiutare gli altri, proteggere l’ambiente,
alleviare le sofferenze, è nutrimento che porta salute e gioia.
Se è
l’attaccamento alle cose materiali, alla vendetta, alla fama, questi desideri
porteranno sicuramente sofferenza.
Coltivare la
comprensione e la compassione è il miglior nutrimento per noi e per gli altri.
Ancora
un’altra fonte di nutrimento è la coscienza, la quale è individuale ma anche
collettiva. Se siamo circondati da persone piene di gentilezza, gioia e
compassione, ne saremo influenzati positivamente. Al contrario, se siamo
circondati da persone violente, aggressive, impaurite, è possibile che anche
noi diventeremo così. E’ importante vivere in un ambiente salutare, magari
decidere di guadagnare meno denaro e consumare meno, anziché consumare molto e
soffrire molto.
Buddha ha
detto che nulla può vivere senza nutrimento e che se si identifica la fonte di
ciò che ci fa soffrire, siamo già sulla strada della guarigione.
Fonte: Quando bevi il tè, stai bevendo nuvole - Terra Nuova Edizioni