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mercoledì 6 febbraio 2013

Nutrimento consapevole


Qualche appunto di una lettura in cui Thick Nhat Hanh  ricorda e  spiega  alcuni insegnamenti del Buddha che  aiutano ad alleviare la sofferenza.

Ci dice che è molto importante che con la consapevolezza  ci prendiamo cura delle nostre sensazioni, oltre che del nostro corpo.
Intanto dobbiamo saper riconoscere se la sensazione che proviamo sia “nutriente o risanatrice” oppure no. Dobbiamo riconoscere la sensazione e la sua natura, e osservarla.
Se è una sensazione piacevole non dobbiamo attaccarci ad essa, se è spiacevole non dobbiamo respingerla.

Per farci capire meglio, usa una bella metafora. Ci dice che la consapevolezza deve essere come una madre che si occupa del proprio bambino. Se piange, all’inizio non sa perché, ma lo prende in braccio, lo culla, e questo porterà il bambino a calmarsi. Intanto lo osserva per capire il motivo del pianto.

La sofferenza può avere radici nel corpo o nelle percezioni; accogliendo e osservando a fondo le nostre sensazioni dolorose, possiamo scoprirne le radici.
Anche nelle relazioni è importante ascoltare a fondo la sofferenza dell’altro, che a volte si esprime in rabbia e violenza.

Il maestro Thay sostiene che spesso causa della sofferenza è ciò di cui ci nutriamo, ciò che consumiamo.
Ciò che mangiamo è sovente all’origine di molte malattie. Sarebbe utile quindi, prima di mangiare, verificare se si tratta di un cibo che può causare sofferenza a noi o alla collettività.

Altra fonte di nutrimento sono le impressioni sensoriali. Consumiamo anche quando leggiamo, guardiamo un film, ascoltiamo la musica e abbiamo una conversazione. Queste possono tutte essere fonti di consumo “tossico” che possono generare energie negative che portano sofferenze.

Un’altra fonte ancora è, secondo TNH, l’esercizio della volontà, il desiderio profondo della vita. Se è quello di aiutare gli altri, proteggere l’ambiente, alleviare le sofferenze, è nutrimento che porta salute e gioia.
Se è l’attaccamento alle cose materiali, alla vendetta, alla fama, questi desideri porteranno sicuramente sofferenza. 
Coltivare la comprensione e la compassione è il miglior nutrimento per noi e per gli altri.

Ancora un’altra fonte di nutrimento è la coscienza, la quale è individuale ma anche collettiva. Se siamo circondati da persone piene di gentilezza, gioia e compassione, ne saremo influenzati positivamente. Al contrario, se siamo circondati da persone violente, aggressive, impaurite, è possibile che anche noi diventeremo così. E’ importante vivere in un ambiente salutare, magari decidere di guadagnare meno denaro e consumare meno, anziché consumare molto e soffrire molto.

Buddha ha detto che nulla può vivere senza nutrimento e che se si identifica la fonte di ciò che ci fa soffrire, siamo già sulla strada della guarigione.

Fonte: Quando bevi il tè, stai bevendo nuvole - Terra Nuova Edizioni

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