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giovedì 12 gennaio 2012

Essere testimoni del pensiero

E. Tolle ci dice che spesso ci identifichiamo con la nostra mente. C'è un incessante rumore mentale che ci impedisce di trovare quella quiete interiore che è inseparabile dall'Essere.
Ma cosa intende per Essere? Dice che la parola Essere è un tentativo di definire la Vita che va al di là delle forme di vita soggette a nascita e morte, è la nostra vera natura che non si può afferrare con la mente, ma si può solo percepire nel momento presente quando la mente è tranquilla.
L'identificazione con la mente crea separazione attraverso le etichette, i giudizi, le definizioni.
La mente è naturalmente uno strumento straordinario, ma come strumento va utilizzata per risolvere i problemi pratici di tutti i giorni, purchè sia sotto il nostro controllo.
Se osserviamo il pensiero, non ci identifichiamo, comprendiamo che c'è un'intelligenza che va oltre e che ad esempio, la bellezza, la creatività, nascono al di là della mente.
In questo modo acquisiamo la consapevolezza che noi siamo i testimoni del pensiero.
Quando plachiamo il flusso  della mente, sentiamo un senso di pace, e siamo più vigili e attenti.
Per disidentificarsi dalla mente, oltre ad essere osservatori del pensiero,si può rivolgere l'attenzione al momento presente. Ad esempio fare attenzione ad ogni passo quando si cammina, ai gesti mentre si apre una porta, o o ascoltare il respiro che va e che viene. Essere totalmente presenti ad ogni gesto che si compie.
Se ci facciamo caso, la maggior parte dei nostri pensieri non sono funzionali ad un compito specifico, ma un continuo rimuginare su eventi passati o in proiezioni nel futuro, su condizionamenti che costituiscono quel "sè fantasma" che Tolle chiama ego.
Se il pensiero non è consapevole, può essere distruttivo, può causare gravi perdite di energia vitale.
La mente serve per raccogliere e analizzare informazioni, ma non è nella mente che risiede la creatività e l'intuizione. L'arte deriva dalla quiete interiore, da una dimensione che va al di là del pensiero, ma se la mente si mette al servizio di ciò che vi è al di là di essa, può essere uno strumento meraviglioso.
In effetti, ad esempio,  se osserviamo un quadro, può essere utile conoscere chi lo ha dipinto e quando o avere altre notizie, ma è cercare di percepire al di là del pensiero l'intuizione che il pittore ha colto ed è riuscito  a fissare sulla tela che ci emoziona e ci fa apprezzare veramente il quadro.
Nel punto di incontro tra la mente e il corpo nasce l'emozione. Ma di questo parleremo prossimamente.

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